DOPO
IL CROSSOVER
di FABIO VOLINO
Sa che è un sogno, come potrebbe essere diversamente? Con tutti quei
paesaggi incantati, dalle dimensioni spropositate e geometrie azzardate... come
il Microverso o i regni infernali... forse un sogno non è.
Si guarda le mani: sono verdi, quindi non è lui, è... l'Altro. Quello che non
gradisce la sua presenza, il più delle volte. Inizia a precipitare nel vuoto,
un classico, gli è successo anche nella realtà, sempre che questo sia davvero
un sogno. E mentre precipita in un vuoto infinito, una voce fa eco e gli
perfora i timpani. Una sola parola viene pronunciata:"Solo". Assordante,
insopportabile...
... fino a quando Bruce Banner urla e si risveglia. Sì, alla fin fine era solo
un sogno.
Sinceramente è molto depresso in questi giorni: pensava di aver trovato un
equilibrio con Hulk, di aver ricomposto la sua psiche e di poterla gestire in
ogni occasione, che fosse un esperimento scientifico o una invasione aliena.
Sente che è ancora così, che lui rimane la personalità dominante, eppure
avverte come la mancanza di qualcosa. Chissà, forse l'incontro di alcuni giorni
fa con un suo emulo proveniente da una terra parallela, un Bruce Banner così
simile a lui eppure così diverso, lo ha colpito più di quanto potesse
immaginare. Volutamente nessuno dei Bruce ha rivelato all'altro in cosa
differivano le loro vite, consci che questo avrebbe potuto sconvolgerli più del
previsto. Eppure, anche nel volto dell'altro Bruce, lo scienziato ha visto la
stessa solitudine che attanagliava lui.
Ma è ancora così? Il suo sguardo viene rivolto all'altro capo del letto.
"Solo" diceva la voce del sogno, eppure non è così. Non pensa di aver
disonorato la memoria di Betty, anzi è convinto che lei prima di tutto avrebbe
voluto che lui andasse avanti. E lei è morta da tanto, troppo tempo. Ha
incontrato questa donna sulla spiaggia, mentre passeggiava, e il feeling tra
loro è subito nato. E subito le ha rivelato chi era e che c'era un terzo
incomodo tra loro... sempre meglio che venire a saperlo da Google. Ma lei non
si è scomposta e col passare delle settimane Bruce è entrato in sintonia con
lei.
Si chiama Daphna, i suoi genitori venivano dall'India, ma sono morti in un
incidente stradale due anni fa. Ha passato sei mesi tra psicologi e cliniche di
riabilitazione, poichè la mancata elaborazione del lutto l'aveva spinta ad
abusare delle droghe leggere. Ammette che ogni tanto la tentazione di ricascare
nel tunnel si fa sentire, e per questo continua ad andare dallo psicologo.
Bruce lo conosce molto bene, è anche il suo: quella passeggiata sulla spiaggia
non era certo un'idea casuale, vero, Leonard? Bruce non la giudica per il suo
passato, lui solo sa quanti sono i fantasmi che lo hanno tormentato: i fantasmi
dei suoi genitori e della loro tragica fine, i fantasmi del suo sentirsi
continuamente inferiore agli altri, i fantasmi dell'umiliazione del padre della
donna da lui amata. Spettri che lo hanno perseguitato sino a quel fatale giorno
nel New Mexico, quando un uomo di nome Igor Drenkov ha deciso che la sua strada
dovesse subire una brusca variazione.
Bruce Banner posa la testa sul cuscino e poco dopo si addormenta.
Il giorno dopo Bruce è nello studio di registrazione di proprietà del suo
amico Rick Jones. Lo scienziato non ne capisce molto di musica, non ricorda
nemmeno quale canzone stesse strimpellando Rick quel fatale giorno. Curioso,
però, da promettente cantante dalla carriera mai sbocciata a produttore
musicale... o forse no, sono le casualità della vita. Bruce non crede in Dio,
nè a un qualche oscuro demiurgo che tira i dadi e decide del destino di
qualcuno o di tutti noi. Bruce crede solo nei fatti.
La musica della band che sta facendo le prove in sala è assordante, "hard
metal" l'ha definito Rick... l'unico metallo pesante che Bruce conosce è
quello Uru. Ad un tratto accade qualcosa: gli strumenti musicali si deformano,
i muri delle pareti paiono stringersi e accartocciarsi, i componenti del gruppo
assumono fattezze demoniache e Bruce si porta le mani alla testa, nel tentativo
di non urlare, ma è come se una tremenda pressione stesse facendo leva sul suo
cranio e questo debba aprirsi per rivelare al mondo intero tutto il suo carico
di bugie, di demoni interiori (che di certo non sono pochi) e peccati. Il fatto
che Hulk non si manifesti esteriormente in questa occasione è veramente
particolare... e strano.
Poi, però... Bruce sente qualcosa. Il tocco di qualcuno su una sua spalla. Il
tocco di una mano amica. Le allucinazioni scompaiono, la pressione svanisce e
il mondo torna alla sua consueta follia.
"Bruce, va tutto bene?" gli chiede il suo amico Rick Jones.
Lui si guarda intorno, poi annuisce. "Sì... sì, va tutto bene. Almeno
credo".
"Bruce, tu sai che... l'Altro a volte crea un po' di problemi. E ha quel
centinaio di nemici che non vogliono lasciarlo in pace. Quindi, ti chiedo
ancora, sei assolutamente sicuro che vada tutto bene?".
A ben pensarci...
Bruce esce per strada: idea stupida, ma forse per la tensione di quanto
appena sperimentato, forse perchè è sua convinzione che il peggio sia passato,
passeggia da solo rifiutando che Rick lo accompagni. In seguito ai drammatici
eventi che hanno visto Psycho-Man come principale artefice delle sventure
dell'uomo, Banner si è trasferito di nuovo a Los Angeles di modo da stare più
vicino sia a Rick che a sua cugina. Un atto di affetto che potrebbe ora costare
caro agli abitanti di questa città.
Accade di nuovo qualcosa, ma stavolta sembra del tutto diverso da quanto
successo ieri notte e stamattina. Diverso ma non meno straziante. Due mondi si
sovrappongono, due realtà si incrociano, un uomo condivide per alcuni istanti i
bivi differenti intrapresi. E quelle esperienze di vita dell'altro Bruce di cui
lo scienziato non voleva essere portato a conoscenza, ora lo investono in tutta
la loro drammaticità. Nell'ultimo anno questo Bruce Banner è stato prigioniero
del Manipolatore, ha subito un processo, si è trasformato nel Maestro, ha
riunito i vari aspetti della sua personalità e si è infine fuso anche
fisicamente con Hulk. Ma come detto c'è un altro Bruce Banner, da qualche parte
lungo i confini di questi folli universi: questo Bruce Banner nell'ultimo anno
è stato esiliato da persone che credeva amiche su un pianeta selvaggio, ne è
divenuto il re, si è sposato; questo Bruce Banner ha perso sua moglie subito
dopo le nozze, il pianeta è andato distrutto e lui, incolpando coloro che
credeva suoi amici, ha lanciato una guerra mondiale contro l'intero pianeta
Terra venendo infine sconfitto da uno strano essere col potere di un milione di
soli che esplodono... che bizzarra definizione; questo Bruce Banner ha scoperto
che la sua defunta moglie aveva avuto un figlio da lui, un figlio che lo odiava
e ha cercato di ucciderlo; ma c'è di più, persone a lui vicine come il generale
Ross e Betty, la sfortunata Betty, sono divenuti delle... copie di Hulk e
She-Hulk, più liberi che mai dei loro consueti freni inibitori. Il primo Bruce
Banner è felice per il secondo, perchè costui ha qualcosa che lui non potrà
avere più. Betty. Rosso, rosso, rosso dappertutto. La visione di Bruce si
appanna, l'adrenalina pompa nelle sue vene, la trasformazione ha luogo. Forse a
causa di quanto accaduto finora, anche la pigmentazione cambia: ora c'è un Hulk
Rosso.
"HULK ROSSO SPACCA!". Non avevamo alcun dubbio.
La gente di Los Angeles si fa rapidamente prendere dal panico di fronte alla
vista di questa creatura così insolita. Non c'è stata nella loro città tanta
follia come è accaduta a New York, qualche Campione e poco altro... da altre
parti invece un fiero Orgoglio ha impedito che la follia supereroistica si
diffondesse anche qui. Tuttavia Hulk Rosso, dopo il suo grido liberatorio,
sembra riacquistare un barlume di sanità mentale e guarda oltre, verso un punto
che solo lui pare in grado di scorgere. E così compie un balzo, un balzo così
possente che gli permette di atterrare nel punto da lui voluto: la spiaggia
dove si trova la casa presso cui risiede ora. E non è solo in questa casa. C'è
una ragazza di origini indiane che coabita con lui, si chiama Daphna. Eppure la
donna davanti a lui non ha le sue fattezze, chi ha di fronte ora è una ragazza
dai capelli biondi e dal viso apparentemente angelico.
"Quella visione di un altro mondo!" esclama la ragazza disperata
"Io... cosa sono diventato in questo? Spietata, malvagia: ho ucciso e
menomato. Lì invece ho un altro aspetto fisico e sono la custode di un sacro e
potente tomo atlantideo".
Hulk Rosso parla, la voce calma e pacata di Bruce Banner è quella che esce
dalla sua bocca. "Sei stata tu. Tu hai provato a farmi impazzire. Ma
l'incantesimo ti si è ritorto contro".
Quando c'era stata la fusione dei due mondi, Darklady era entrata in sintonia
con Topaz, la sua controparte di quell'altro universo. E ne aveva carpito tutti
i segreti, compresi alcuni incantesimi provenienti dalla sacerdotessa della
vecchia Atlantide, Zhered-Na. Loro malgrado, Banner e Darklady sono tra i pochi
che ora hanno i ricordi di entrambe le loro controparti alternative. Subito
dopo la donna aveva facilmente soggiogato Doc Samson, allo scopo di entrare in
contatto con una fonte di potere che le avrebbe permesso di scatenare
nuovamente il caos su questo mondo ignaro. Hulk è quella fonte di potere.
Darklady si riprende dallo stato di shock e cambia aspetto per assumere il
classico look da incappucciata. "Ho forzato troppo la mano, dovevo essere
più paziente. Avrei avuto facilmente la meglio così".
"Ti è andata male. Però perdonami... tu chi sei?".
"Come sarebbe a dire chi sono? Io ho scatenato l'Inferno su questa
terra!".
"Mi dispiace, evidentemente quando lo hai fatto io ero prigioniero e avevo
altro a cui pensare... un attimo, ma tu non sei la donna che era alleata con
Dormammu e che affrontai insieme ai Difensori? A quel tempo la mia mente era
selvaggia, ma...".
Darklady non intende ascoltare oltre e lancia una raffica mistica contro Hulk:
se non può ottenere il suo potere portandolo alla pazzia e costringendolo a
rinunciarvi, lo otterrà alla vecchia maniera. Hulk cerca di resistere alla
potenza dell'attacco della donna, ma ben presto la sua furia lo travolge e lo
spedisce all'indietro, mentre la sabbia levigata ferisce lievemente il suo
corpo aggiungendo rosso a rosso. Questo conferma a Banner la dimostrazione che
non deve sottovalutare la potenza di Darklady.
Mentre ancora striscia, con un movimento acrobatico che ha dell'incredibile,
Hulk compie un piccolo balzo in aria, poi posa i piedi a terra e distende le
sue gambe al massimo per effettuare un salto in avanti verso la sua avversaria.
Impreparata di fronte a questa manovra, Darklady erge uno scudo mistico
all'ultimo istante: così Hulk la colpisce solo lievemente senza crearle danni e
lui non rimbalza nuovamente indietro.
Riversa a terra, Darklady è stordita e vede Hulk rialzarsi e alzare le mani per
colpirla. Prova allora con una sonda mentale a tentare di possederlo, ma è come
cercare di sfondare un muro con un filo di paglia: la rabbia di Banner è ora
così caotica che non permette a nessuno di poterlo controllare. Così all'ultimo
per evitare il peggio, Darklady si scansa, ma l'onda d'urto la scaraventa in
avanti. Provata per lo sforzo, deve di nuovo reagire prontamente poichè Hulk
Rosso la attacca nuovamente. Erge tutto attorno a sè uno scudo mistico, ma la
potenza del gigante è tale che lo abbatte: per una parte dello scudo che viene
distrutta e ricreata da Darklady, un'altra viene annientata. La maga lotta con
tutte le sue forze, ma non possiede più le energie di un tempo. E colei che
tempo fa non ebbe problemi a fronteggiare esseri come Thor o Warlock, adesso in
questa occasione è costretta a cedere.
Lo scudo crolla del tutto e Hulk afferra Darklady per il cappuccio, la solleva
in aria e la sbatte a terra. La solleva una seconda volta e le fa assaggiare
nuovamente l'amaro sapore della sabbia e della terra. La donna è provata, non
resisterà ad un altro colpo simile. "Bas... basta, per favore. Mi
arrendo".
Hulk sapeva che se avesse continuano l'avrebbe uccisa, ma voleva che fosse lei
a dire quelle parole. Voleva che fosse lei a dichiarare la superiorità di
Banner nei suoi confronti. "Ti lascio andare se mi prometti che non mi
perseguiterai mai più. Conosco voi maghi abbastanza bene da sapere che avete
uno strano codice d'onore per cui dovete mantenere la parola data".
"Sì, te lo prometto. Ti prometto che non ti darò più alcun fastidio. Hai
la mia parola. E adesso... vorrei respirare".
Hulk abbandona la presa e, parallelamente al termine di questa piccola crisi,
la sua pigmentazione torna prima al classico colore verde, poi riassume le
fattezze di Bruce Banner.
Con lentezza e con dolore, Darklady si rimette in piedi. "Però prima di
andarmene ti dico questo. Ho visitato molti mondi oltre a questo. E in tutti ho
trovato due costanti. La prima è che c'è un Hulk in ognuno di questi mondi. La
seconda è che in ognuno di questi mondi, la maledizione di Hulk è che alla fine
rimane sempre solo. Solo".
"Non ho alcuna voglia di ascoltare le tue menzogne. E poi io mi chiamo
Bruce".
"Chiamale menzogne, se ti fa piacere. Lo scoprirai col tempo, da solo...
come sempre sarai. E quando questo accadrà, ricorda, hai scelto tu questo tuo
percorso".
E così dicendo Darklady scompare. Bruce Banner osserva il luogo dove la donna
era presente sino a pochi istanti fa, poi il suo sguardo si rivolge al mare,
sempre calmo e sereno. Così si siede sulla spiaggia ad osservare l'infrangersi
delle onde a riva.
Due giorni dopo. Bruce riceve la visita di Doc Samson per la consueta
terapia settimanale. Gli racconta subito quello che è successo e (anche se non
è necessario) lo perdona per essersi lasciato plagiare da Darklady, nessuno
avrebbe potuto resistere. Solo Hulk.
Bruce fa notare come le parole della donna abbiano colto nel segno: con tutto
quello che gli è successo negli ultimi mesi, si sta lentamente ritrovando solo.
E l'incubo che un giorno Hulk possa impazzire per qualche ragione rimane
sempre.
"Non è successo mai in tutti questi anni, Bruce...".
"Sì, una volta è successo e se non ci fosse stato il Dr. Strange non oso
immaginare cosa sarebbe accaduto".
"E quindi qual è la soluzione? Suicidarti? Dobbiamo ancora ricominciare
questo discorso?".
"Lo sai che non posso suicidarmi, Hulk non me lo permetterebbe. Ascolta...
posso chiederti se ti ricordi ancora la fusione con quell'altro
universo?".
"Io... sì".
"E cosa ricordi?".
"Nulla. Ho visto solo... nero".
"Sai, Doc, forse hai visto solo nero perchè in quell'altra realtà tu sei
morto. E quindi io adesso potrei farti un discorso sul saper vivere ogni
istante della tua vita, ma questo non è il mio campo. Il mio campo è la
scienza. Hulk è la mia scienza".
Conclusa la sessione, Bruce ripensa al momento in cui ha condiviso i ricordi
della sua controparte. Un ricordo in particolare, che in quell'altro mondo ha
scatenato un conflitto causato dalla decisione di un consesso di menti
illuminate. Eppure... eppure...
Bruce chiama una persona. "Reed? Sono io. Dobbiamo incontrarci. Ho appena
trovato un modo per liberarsi di Hulk nel caso sia assolutamente necessario e
vorrei discuterne con te".
Solo.
Note: Scrivendo le note dell'Annual, facevo notare come le storie dei
due Hulk (il nostro e quello ufficiale) fossero differenti. Questo, unito alla
speciale miniserie Crossover uscita un paio di anni fa, mi ha dato
l'ispirazione per questa storia facendo sì che per il momento Hulk, uno dei
protagonisti della Fase 1 e 2 dei film Marvel, non cadesse nell'oblio.
Inutili note di continuity di un altro universo: se nel mondo MIT, Topaz è
malvagia, in quello MUSA è alleata di Jennifer Kale e Satana (anche se visto
che poi costoro hanno preso strade differenti probabilmente ora non è più
così), alleanza sancita nella miniserie Witches. In quella storia, per
un errore, il disegnatore Mike Deodato le ha donato un nuovo look (da qui il
riferimento nel mio racconto).
Tenete d'occhio i nostri aggiornamenti e prima o poi rivedrete Hulk!
FINE